Mbuna: L'alimentazione degli Mbuna
Articolo scritto da Luca Balzani
Premessa
L’obiettivo di ciò che segue non vuole certo essere un articolo scientifico quanto piuttosto una raccolta di informazioni soprattutto per chi si avvicina a questo mondo e vuole approfondire un aspetto che condiziona l’intera esistenza di questi ciclidi. L’idea è quella di dare un quadro generale che permetta di capire meglio che tipologia di ciclide alleviamo in vasca e il perché abbia determinati comportamenti, oltre a dare uno strumento in più per valutare in maniera più consapevole certe scelte di compatibilità negli abbinamenti della popolazione.
I vari generi si presentano notevolmente diversi tra loro dall’aspetto dell’alimentazione ed anche all’interno dello stesso posso essere estremamente eterogenei (come nel caso ad esempio dei generi pseudotropheus, melanochromis e labidochromis).
I pascoli degli mbuna (termine che tradotto dalla lingua locale significa “battitore” di rocce)
Dobbiamo partire da qui per poi descrivere come si nutre questa parte di ciclidi del Lago Malawi. Le rocce presenti nel lago sono ricoperte da uno strato di aufwuchs le quali contengono alghe più verdi nelle aree poco profonde. L’aufwuch è composto da una varietà di alghe: le più resistenti alghe filamentose (Calothrix e Cladophora) sono attaccati alle rocce e formano una “rete” sulla quale crescono altre alghe, i così detti ‘aufwuchs liberi’. Gli aufwuchs liberi contengono diversi tipi d’alga. Anche alghe unicellulari (diatomee) possono costituire la sua parte più nutriente. Nessun animale vertebrato è capace di digerire il muro esterno della cellula di una pianta senza l’aiuto di micro- organismi, per essere di nutrimento per il pesce questo muro deve essere rotto meccanicamente o schiacciato in modo da poter assimilare l’interno facilmente digeribile della cellula. Le diatomee hanno muri cellulari perforati da molti pori e sono dunque rapidamente digeriti. Non è tuttavia certo che l’ammontare di diatomee disponibili siano loro stesse sufficienti per sostenere una sana popolazione di mbuna. La copertura biologica non solo contiene alghe e diatomee ma, mescolate con i fili delle alghe, ci sono grandi quantità di invertebrati, i quali, ammassati nella selva di alghe, sono un’importante risorsa di proteine per gli mbuna. Ciononostante, visto che le alghe dominano i contenuti dello stomaco nella maggior parte delle specie, chiamiamo queste specie erbivore.
Caratteristiche alimentari comuni a gli mbuna “erbivori”
La parte di mbuna che consideriamo veri erbivori hanno numerosi denti sottili sulle ossa faringee. I denti faringei superiori e inferiori si sfregano uno contro l’altro e rompono parzialmente le cellule dell’alga.
Tuttavia molte rimangono intatte e non essendo digeribili per l’organismo vengono espulse dallo stesso . L’intestino degli erbivori è considerevolmente più lungo del pesce stesso, fino a dieci volte la lunghezza del corpo (In alcuni piscivori l’intestino può essere solo il 30% della lunghezza del pesce), per permettere al liquido digestivo di avere abbastanza tempo per penetrare e dunque riuscire ad assimilare le cellule d’alga spezzate. Avendo, come abbiamo visto, un grande consumo di cibo lentamente digeribile, l’ intestino degli erbivori funge da serbatoio.
Specializzazione
Quando parliamo di Mbuna identifichiamo un insieme di generi molto diversi tra loro e anche all’interno delle specie dello stesso genere le differenze possono essere notevoli. Ciclidi appartenenti alla stessa specie posso manifestare abitudini diverse sfruttando la nicchia alimentare che occupano in un determinato reef.
Un aspetto che va sicuramente evidenziato è la specializzazione in cui nel corso del tempo molte specie si sono evolute. Ad esempio gli Iodotropheus, tra le più antiche specie mbuna del Malawi, sono tra i meno specializzati a livello di alimentazione e di comportamenti ed abitudini attinenti alla stessa.
Analisi delle diversificazioni tra i vari generi di Mbuna
LABEOTROPHEUS
Questo genere utilizza svariate caratteristiche per procurarsi il proprio nutrimento.
La bocca occupa la totale larghezza della testa e si presenta sotto l’asse dello stessa, questo permette al Labeotropheus di poter “brucare” quasi parallelamente le copertura algare sulle rocce. L’angolo in realtà è di circa 30°.
Il “naso”, evidente anche ad una prima occhiata sia per quanto riguarda gli esemplari di Trewavasae che dei Fuelleborni, risulta determinate permettendo al ciclide di utilizzarlo come perno sulla roccia ed allo stesso tempo di rimanere più facilmente a contatto con la superficie stessa e di strappare con meno fatica l’alga. Da qui si capisce che questa parte callosa si sviluppi proporzionalmente all’utilizzo per procurarsi il cibo.
La pinna dorsale, sviluppata e robusta, viene utilizzata come vela per mantenere la posizione del pesce mentre si sta nutrendo.
Anche la forma affusolata del corpo va a contribuire ad un maggior rendimento ed ad un minor consumo di energia, la forma tubolare permette una minor resistenza alle correnti. Il suo corpo allungato gli permette di penetrare piccoli buchi e crepe tra le rocce.
I labeotropheus sono specializzati nel raschiare e raccogliere alghe dalla superficie ricca di sedimenti e si nutre prevalentemente dalle facce verticali e dalle parte inferiori delle rocce, la parti superiori della maggior parte delle rocce disponibile nell’habitat sono ricoperte con un sottile strato di sedimenti di un valore nutrizionale molto basso.
TROPHEOPS
Si nutrono dalla copertura biologica strappando alghe, anche in questo genere notiamo il “naso” anche se meno pronunciato ed evidente rispetto ai labeotropheus.
Per procurarsi il nutrimento tendono a strapparlo dal substrato tramite torsioni del corpo e scatti decisi del corpo robusto.
I Tropheops sono incapaci di aprire la bocca ad un angolo di 180° e non rastrellano le alghe leggermente staccate dal substrato, invece si nutrono tagliando i fili d’alga dal substrato.
PETROTILAPIA
Tra gli mbuna più grandi.
Le petrotilapia si distinguono oltre che per una mole maggiore rispetto alla maggior parte degli altri mbuna anche per le labbra particolarmente carnose e prominenti.
I denti sono appuntiti e flessibili con una corona tricuspide, molti sono visibili anche quando il pesce presenta la bocca chiusa.
Si nutrono con un angolo perpendicolare al substrato quindi 90°, schiacciando le labbra e aprendo le mascelle quasi a 180° riescono a setacciare le rocce posizionando su uno stesso piano tutte le file di denti.
Rastrellano lo strato algale, prediligono rocce già pascolate da altri mbuna visto che visto le proprie caratteristiche dei denti non riescono a raschiare o tagliare le alghe filamentose come Labeotropheus o Tropheops.
MAYLANDIA/METRIACLIMA
Le specie Metriaclima si nutrono perpendicolarmente al substrato e sono in grado di allineare i denti delle mascelle sia superiori che inferiori nello stesso piano aprendo la bocca fino a che le mascelle sono ad un angolo di circa 180° una all’altra.
La bocca viene poi pressata contro il substrato e poi chiusa, e durante tale processo i denti rastrellano tra le alghe ancorate al substrato e raccolgono le diatomee e alghe già parzialmente staccate, numerosi morsi di questo tipo nel substrato si susseguono rapidamente.
Si nutrono anche di plancton quando questo è disponibile in quantità sufficienti.
PSEUDOTROPHEUS
In questo genere ritroviamo un gruppo estremamente eterogeneo di ciclidi. Per dare un esempio di tale diversità riportiamo qualche esempio di particolare interesse in cui si evidenzia come sia variabile l’alimentazione anche tra gli mbuna.
Pseudotropheus Williamsi I denti affusolati sulle ossa faringee dei membri del complesso, indicano che ad essere catturate sono solo le prede con dei corpi morbidi. Questi pesci si cibano prevalentemente d’insetti e insetti larva, che sono apparentemente localizzati visivamente nelle acque aperte piuttosto che catturati dalle crepe delle rocce. Sebbene questa sia una dieta nutriente, gli insetti grandi non sono disponibili in grandi quantità, in quanto vengono divorati anche da altri pesci, inclusi quelli prevalentemente erbivori. I membri di questa specie saltano anche fuori dell’acqua per prendere gli insetti, per questo motivo si trovano solitamente in aree dove le grandi rocce rompono la superficie e formano delle “tasche di vento fermo” nelle quali si librano un gran numero di mosche del lago.
Pseudotropheus demasoni si nutre quasi esclusivamente di alghe.
I “Dolphin Mbuna" sono specie erbivore che mordono e sfilettano le alghe libere dalla copertura biologica. Il muso appuntito gli consente di arrivare fino a dentro le crepe che non sono accessibili per la maggior parte delle altre specie di simili dimensioni. Quando si nutre il dolphin mbuna solitamente infila il muso all'interno di una crepa e prova a mordere quanto più possibile le alghe che prosperano fuori dalla portata di molti altri mbuna.
La bocca non è ampia ma lunga e a forma di V munita di grandi denti bicuspidi che permettono al pesce di raccogliere le alghe.
Pseudotropheus crabro ha una relazione di pesce pulitore simbiotica con il grande pesce gatto Bagrus meridionalis, quindi normalmente si trova in grandi caverne nelle quali quest’ultimo si apposta durante il giorno. Il Crabro mordicchia il parassita Argulus africanus (un pesce parassita) dalla pelle del pesce gatto. I parassiti sono ben attaccati e vengono rimossi con un’azione di raschiamento. I denti bicuspidi di P. crabro, che ricordano quelli dei Metriclima ma più appuntiti, sono piegati verso l’interno ed adattati a rimuovere i parassiti dalla superficie liscia della pelle del pesce gatto. La fila esterna è ben separata dalla seconda e dalla terza fila, facendo in modo che i denti possano sollevare il parassita dalla sua posizione naturale. P. crabro si nutre anche di aufwuchs e plancton. In diverse occasioni P. crabro è stato visto rubare le uova da sotto una coppia di kampango.
P. crabro un giorno si comporta come un benefico killer di insetti parassiti e il giorno dopo come un ladro di uova.
CYNOTILAPIA
A differenza di Pseudotropheus, Metriaclima e Tropheops hanno dei denti monocuspidi (conici) ampiamente distanziati nelle mascelle esterne mentre gli altri generi hanno dei denti biscuspidi (a due punte). Il nome scientifico di questo genere allude al possedimento di questi denti canini conici.
Si nutrono prevalentemente di fitoplancton. La maggior parte degli mbuna si nutre di plancton qualora disponibile ma le Cynotilapia, specialmente gli individui non-territoriali, si cibano principalmente nelle colonne d’acqua. I maschi tuttavia, rimangono molto più vicini al substrato e talvolta si nutrono anche dalla copertura biologica. Se confrontiamo la tecnica di nutrizione delle Cynotilapia diventa allora evidente che non risulta molto specializzata quando viene messo a confronto con altri erbivori mbuna. Risucchia il plancton (per lo più diatomee che vanno alla deriva, ma anche zooplancton) e per fare ciò non ha bisogno di un apparato di nutrizione specializzato o una struttura particolare dei denti. Quando si nutre degli aufwuchs, come fa talvolta, la raccoglie in un modo simile ai Pseudotropheus e mai nello stile “a pettine” dei Metriaclima.
IODOTROPHEUS
Tra gli mbuna più “antichi” del lago.
Le sue preferenze per l’habitat e per la tecnica di nutrimento categorizzano questo ciclide tra gli mbuna non specializzati. Si nutre principalmente degli aufwuchs sulle rocce e lo fa spingendosi contro il substrato (usando le sue pinne pettorali) in modo da portare i denti più profondamente possibile dentro la matrice algale. E’ stata ritrovata una grande varietà di cibi negli stomaci di alcuni esemplari, quindi lo iodotropheus può essere considerato come un onnivoro che mordicchia la copertura biologica.
MELANOCHROMIS
Questo genere include mbuna principalmente dell’habitat roccioso con un certo numero di denti allargati
sulle ossa faringee e i denti bicuspidi sulle mascelle esterne.
Le varie specie di questo genere si differenziano notevolmente tra loro per i comportamenti relativi all’alimentazione.
Melanochromis parallelus e Melanochromis heterochromis si trovano entrambi nell’habitat roccioso privo di sedimenti e sono onnivori che si nutrono prevalentemente di alghe ma mangiano anche gli invertebrati. Quando vi è plancton in abbondanza si uniscono anche con altri mbuna per nutrirsi nelle colonne d’acqua. Entrambe le specie sono opportuniste per quanto riguarda l’alimentazione.
E’ stato osservato un particolare comportamento alimentare che riguarda il M. parallelus: pulisce gli haps nutrendosi dei funghi e parassiti attaccati alle squame degli stessi.
In ogni caso il pesce afflitto si avvicinava al “pulitore” e rendeva chiaro, giacendo su un fianco o rimanendo sospesi in obliquo, che gli sarebbe piaciuto avere un “trattamento” dal melanochromis.
Pur essendo entrambi onnivori M. parallelus tende più verso uno stile di vita erbivoro mentre M. melanopterus è più un predatore.
M. auratus è più incline a nutrirsi degli aufwuchs ed è meno predatore. Nonostante ciò M. auratus è un vero onnivoro.
M. dialeptos è più ristretto agli habitat puramente rocciosi e si nutre prevalentemente delle alghe della copertura biologica.
M. simulans vive negli habitat intermedi ed esibisce un comportamento più predatorio.
Melanochromis johannii, Melanochromis interruptus, Melanochromis perileucos e Melanochromis cyaneorhabdos queste specie hanno un muso corto e si nutrono prevalentemente dalla copertura biologica.
Le specie attualmente assegnate a Melanochromis includono alcuni degli mbuna meno specializzati: sono onnivori, ma più predatori che erbivori, e lasciano la maggior parte delle alghe nella copertura biologica con delle tecniche d’alimentazione specializzate. Potrebbero, ovviamente, sopravvivere nutrendosi di alghe, ma la loro tecnica di raccolta è relativamente primitiva (mordicchia e strappa) e ne lascia la maggior parte alle altre specie che strappano, raschiano e tranciano.
GENYOCHROMIS
Genyochromis mento è un mbuna molto comune e l’unico che si trova in tutti gli habitat eccetto le colonne d’acqua aperte, e a tutte le località attorno al lago. Ha la cattiva abitudine di nutrirsi di pinne e squame di altri ciclidi. Mostra un’agilità e un vigore sorprendenti durante i suoi attacchi su altri pesci. Piccoli pesci, grandi pesci, qualunque cosa che gli passa accanto viene attaccato dal basso. Le zone attaccate più frequentemente sono il peduncolo caudale e le pinne. Questo predatore utilizza le seguenti
tecniche: rimane in un luogo particolarmente e parzialmente nascosto e attacca, uscendo più veloce della luce, più pesci possibile. Dopo qualche minuto la maggior parte degli mbuna sedentari lo noterà e da lì in avanti eviterà dipassare lì vicino o lo caccerà prima che possa attaccare. A questo punto G. Mento si muove in un altro luogo, lontano un metro dove può di nuovo attaccare gli mbuna che passano.
I G. mento adulti sembrano sviluppare un certo gradimento nell’attaccare gli mbuna che combattono, è probabile anche che si unisca attivamente nel combattimento e si nutre direttamente dalle pinne degli opponenti., mentre questi si concentrano uno sull’altro e difficilmente notano il furtivo avvicinamento di G. mento. Le femmine vengono mutilate in maniera di gran lunga minore. Le vittime sono generalmente degli mbuna, ma anche gli haps più grandi vengono attaccati, specialmente quelli che stanziano nelle zone rocciose dove G. mento può nascondersi prima di attaccare.
GEPHYROCHROMIS
I membri di Gephyrochromis hanno i denti bicuspidi sulle file esterne delle mascelle. C'è però una differenza rispetto a quelli degli Pseudotropheus: i denti sono molto affusolati, lunghi e piegati verso l'interno per formare una sorta di "paletta". Inoltre, i due cuspidi di ogni dente non sono di uguali dimensioni, uno è molto più grande rispetto all’altro. Nei vecchi esemplari i denti delle file esterne tendono a perdere la seconda cuspide e a diventare unicuspidi.
I Gephyrochromis raccolgono le alghe (comprese le diatomee) dal substrato di sabbia/fango. Ed ora diventa chiaro perché i denti sono lunghi, affusolati e piegati verso l'interno: quando raccoglie un boccone di substrato, la maggior parte del materiale di grana più fine cade attraverso i denti verso il basso, mentre i fili delle alghe e altri materiali leggeri rimangono sulla cima delle punte dei denti. Quando gli stomaci di Gephyrochromis vengono esaminati, essi sono farciti di granelli di sabbia; la raccolta potrebbe non funzionare in modo completamente efficiente, ma è abbastanza efficace per estrarre il cibo da un substrato
dove altri mbuna non trovano nulla da mangiare.
Premessa
L’obiettivo di ciò che segue non vuole certo essere un articolo scientifico quanto piuttosto una raccolta di informazioni soprattutto per chi si avvicina a questo mondo e vuole approfondire un aspetto che condiziona l’intera esistenza di questi ciclidi. L’idea è quella di dare un quadro generale che permetta di capire meglio che tipologia di ciclide alleviamo in vasca e il perché abbia determinati comportamenti, oltre a dare uno strumento in più per valutare in maniera più consapevole certe scelte di compatibilità negli abbinamenti della popolazione.
I vari generi si presentano notevolmente diversi tra loro dall’aspetto dell’alimentazione ed anche all’interno dello stesso posso essere estremamente eterogenei (come nel caso ad esempio dei generi pseudotropheus, melanochromis e labidochromis).
I pascoli degli mbuna (termine che tradotto dalla lingua locale significa “battitore” di rocce)
Dobbiamo partire da qui per poi descrivere come si nutre questa parte di ciclidi del Lago Malawi. Le rocce presenti nel lago sono ricoperte da uno strato di aufwuchs le quali contengono alghe più verdi nelle aree poco profonde. L’aufwuch è composto da una varietà di alghe: le più resistenti alghe filamentose (Calothrix e Cladophora) sono attaccati alle rocce e formano una “rete” sulla quale crescono altre alghe, i così detti ‘aufwuchs liberi’. Gli aufwuchs liberi contengono diversi tipi d’alga. Anche alghe unicellulari (diatomee) possono costituire la sua parte più nutriente. Nessun animale vertebrato è capace di digerire il muro esterno della cellula di una pianta senza l’aiuto di micro- organismi, per essere di nutrimento per il pesce questo muro deve essere rotto meccanicamente o schiacciato in modo da poter assimilare l’interno facilmente digeribile della cellula. Le diatomee hanno muri cellulari perforati da molti pori e sono dunque rapidamente digeriti. Non è tuttavia certo che l’ammontare di diatomee disponibili siano loro stesse sufficienti per sostenere una sana popolazione di mbuna. La copertura biologica non solo contiene alghe e diatomee ma, mescolate con i fili delle alghe, ci sono grandi quantità di invertebrati, i quali, ammassati nella selva di alghe, sono un’importante risorsa di proteine per gli mbuna. Ciononostante, visto che le alghe dominano i contenuti dello stomaco nella maggior parte delle specie, chiamiamo queste specie erbivore.
Caratteristiche alimentari comuni a gli mbuna “erbivori”
La parte di mbuna che consideriamo veri erbivori hanno numerosi denti sottili sulle ossa faringee. I denti faringei superiori e inferiori si sfregano uno contro l’altro e rompono parzialmente le cellule dell’alga.
Tuttavia molte rimangono intatte e non essendo digeribili per l’organismo vengono espulse dallo stesso . L’intestino degli erbivori è considerevolmente più lungo del pesce stesso, fino a dieci volte la lunghezza del corpo (In alcuni piscivori l’intestino può essere solo il 30% della lunghezza del pesce), per permettere al liquido digestivo di avere abbastanza tempo per penetrare e dunque riuscire ad assimilare le cellule d’alga spezzate. Avendo, come abbiamo visto, un grande consumo di cibo lentamente digeribile, l’ intestino degli erbivori funge da serbatoio.
Specializzazione
Quando parliamo di Mbuna identifichiamo un insieme di generi molto diversi tra loro e anche all’interno delle specie dello stesso genere le differenze possono essere notevoli. Ciclidi appartenenti alla stessa specie posso manifestare abitudini diverse sfruttando la nicchia alimentare che occupano in un determinato reef.
Un aspetto che va sicuramente evidenziato è la specializzazione in cui nel corso del tempo molte specie si sono evolute. Ad esempio gli Iodotropheus, tra le più antiche specie mbuna del Malawi, sono tra i meno specializzati a livello di alimentazione e di comportamenti ed abitudini attinenti alla stessa.
Analisi delle diversificazioni tra i vari generi di Mbuna
LABEOTROPHEUS
Questo genere utilizza svariate caratteristiche per procurarsi il proprio nutrimento.
La bocca occupa la totale larghezza della testa e si presenta sotto l’asse dello stessa, questo permette al Labeotropheus di poter “brucare” quasi parallelamente le copertura algare sulle rocce. L’angolo in realtà è di circa 30°.
Il “naso”, evidente anche ad una prima occhiata sia per quanto riguarda gli esemplari di Trewavasae che dei Fuelleborni, risulta determinate permettendo al ciclide di utilizzarlo come perno sulla roccia ed allo stesso tempo di rimanere più facilmente a contatto con la superficie stessa e di strappare con meno fatica l’alga. Da qui si capisce che questa parte callosa si sviluppi proporzionalmente all’utilizzo per procurarsi il cibo.
La pinna dorsale, sviluppata e robusta, viene utilizzata come vela per mantenere la posizione del pesce mentre si sta nutrendo.
Anche la forma affusolata del corpo va a contribuire ad un maggior rendimento ed ad un minor consumo di energia, la forma tubolare permette una minor resistenza alle correnti. Il suo corpo allungato gli permette di penetrare piccoli buchi e crepe tra le rocce.
I labeotropheus sono specializzati nel raschiare e raccogliere alghe dalla superficie ricca di sedimenti e si nutre prevalentemente dalle facce verticali e dalle parte inferiori delle rocce, la parti superiori della maggior parte delle rocce disponibile nell’habitat sono ricoperte con un sottile strato di sedimenti di un valore nutrizionale molto basso.
TROPHEOPS
Si nutrono dalla copertura biologica strappando alghe, anche in questo genere notiamo il “naso” anche se meno pronunciato ed evidente rispetto ai labeotropheus.
Per procurarsi il nutrimento tendono a strapparlo dal substrato tramite torsioni del corpo e scatti decisi del corpo robusto.
I Tropheops sono incapaci di aprire la bocca ad un angolo di 180° e non rastrellano le alghe leggermente staccate dal substrato, invece si nutrono tagliando i fili d’alga dal substrato.
PETROTILAPIA
Tra gli mbuna più grandi.
Le petrotilapia si distinguono oltre che per una mole maggiore rispetto alla maggior parte degli altri mbuna anche per le labbra particolarmente carnose e prominenti.
I denti sono appuntiti e flessibili con una corona tricuspide, molti sono visibili anche quando il pesce presenta la bocca chiusa.
Si nutrono con un angolo perpendicolare al substrato quindi 90°, schiacciando le labbra e aprendo le mascelle quasi a 180° riescono a setacciare le rocce posizionando su uno stesso piano tutte le file di denti.
Rastrellano lo strato algale, prediligono rocce già pascolate da altri mbuna visto che visto le proprie caratteristiche dei denti non riescono a raschiare o tagliare le alghe filamentose come Labeotropheus o Tropheops.
MAYLANDIA/METRIACLIMA
Le specie Metriaclima si nutrono perpendicolarmente al substrato e sono in grado di allineare i denti delle mascelle sia superiori che inferiori nello stesso piano aprendo la bocca fino a che le mascelle sono ad un angolo di circa 180° una all’altra.
La bocca viene poi pressata contro il substrato e poi chiusa, e durante tale processo i denti rastrellano tra le alghe ancorate al substrato e raccolgono le diatomee e alghe già parzialmente staccate, numerosi morsi di questo tipo nel substrato si susseguono rapidamente.
Si nutrono anche di plancton quando questo è disponibile in quantità sufficienti.
PSEUDOTROPHEUS
In questo genere ritroviamo un gruppo estremamente eterogeneo di ciclidi. Per dare un esempio di tale diversità riportiamo qualche esempio di particolare interesse in cui si evidenzia come sia variabile l’alimentazione anche tra gli mbuna.
Pseudotropheus Williamsi I denti affusolati sulle ossa faringee dei membri del complesso, indicano che ad essere catturate sono solo le prede con dei corpi morbidi. Questi pesci si cibano prevalentemente d’insetti e insetti larva, che sono apparentemente localizzati visivamente nelle acque aperte piuttosto che catturati dalle crepe delle rocce. Sebbene questa sia una dieta nutriente, gli insetti grandi non sono disponibili in grandi quantità, in quanto vengono divorati anche da altri pesci, inclusi quelli prevalentemente erbivori. I membri di questa specie saltano anche fuori dell’acqua per prendere gli insetti, per questo motivo si trovano solitamente in aree dove le grandi rocce rompono la superficie e formano delle “tasche di vento fermo” nelle quali si librano un gran numero di mosche del lago.
Pseudotropheus demasoni si nutre quasi esclusivamente di alghe.
I “Dolphin Mbuna" sono specie erbivore che mordono e sfilettano le alghe libere dalla copertura biologica. Il muso appuntito gli consente di arrivare fino a dentro le crepe che non sono accessibili per la maggior parte delle altre specie di simili dimensioni. Quando si nutre il dolphin mbuna solitamente infila il muso all'interno di una crepa e prova a mordere quanto più possibile le alghe che prosperano fuori dalla portata di molti altri mbuna.
La bocca non è ampia ma lunga e a forma di V munita di grandi denti bicuspidi che permettono al pesce di raccogliere le alghe.
Pseudotropheus crabro ha una relazione di pesce pulitore simbiotica con il grande pesce gatto Bagrus meridionalis, quindi normalmente si trova in grandi caverne nelle quali quest’ultimo si apposta durante il giorno. Il Crabro mordicchia il parassita Argulus africanus (un pesce parassita) dalla pelle del pesce gatto. I parassiti sono ben attaccati e vengono rimossi con un’azione di raschiamento. I denti bicuspidi di P. crabro, che ricordano quelli dei Metriclima ma più appuntiti, sono piegati verso l’interno ed adattati a rimuovere i parassiti dalla superficie liscia della pelle del pesce gatto. La fila esterna è ben separata dalla seconda e dalla terza fila, facendo in modo che i denti possano sollevare il parassita dalla sua posizione naturale. P. crabro si nutre anche di aufwuchs e plancton. In diverse occasioni P. crabro è stato visto rubare le uova da sotto una coppia di kampango.
P. crabro un giorno si comporta come un benefico killer di insetti parassiti e il giorno dopo come un ladro di uova.
CYNOTILAPIA
A differenza di Pseudotropheus, Metriaclima e Tropheops hanno dei denti monocuspidi (conici) ampiamente distanziati nelle mascelle esterne mentre gli altri generi hanno dei denti biscuspidi (a due punte). Il nome scientifico di questo genere allude al possedimento di questi denti canini conici.
Si nutrono prevalentemente di fitoplancton. La maggior parte degli mbuna si nutre di plancton qualora disponibile ma le Cynotilapia, specialmente gli individui non-territoriali, si cibano principalmente nelle colonne d’acqua. I maschi tuttavia, rimangono molto più vicini al substrato e talvolta si nutrono anche dalla copertura biologica. Se confrontiamo la tecnica di nutrizione delle Cynotilapia diventa allora evidente che non risulta molto specializzata quando viene messo a confronto con altri erbivori mbuna. Risucchia il plancton (per lo più diatomee che vanno alla deriva, ma anche zooplancton) e per fare ciò non ha bisogno di un apparato di nutrizione specializzato o una struttura particolare dei denti. Quando si nutre degli aufwuchs, come fa talvolta, la raccoglie in un modo simile ai Pseudotropheus e mai nello stile “a pettine” dei Metriaclima.
IODOTROPHEUS
Tra gli mbuna più “antichi” del lago.
Le sue preferenze per l’habitat e per la tecnica di nutrimento categorizzano questo ciclide tra gli mbuna non specializzati. Si nutre principalmente degli aufwuchs sulle rocce e lo fa spingendosi contro il substrato (usando le sue pinne pettorali) in modo da portare i denti più profondamente possibile dentro la matrice algale. E’ stata ritrovata una grande varietà di cibi negli stomaci di alcuni esemplari, quindi lo iodotropheus può essere considerato come un onnivoro che mordicchia la copertura biologica.
MELANOCHROMIS
Questo genere include mbuna principalmente dell’habitat roccioso con un certo numero di denti allargati
sulle ossa faringee e i denti bicuspidi sulle mascelle esterne.
Le varie specie di questo genere si differenziano notevolmente tra loro per i comportamenti relativi all’alimentazione.
Melanochromis parallelus e Melanochromis heterochromis si trovano entrambi nell’habitat roccioso privo di sedimenti e sono onnivori che si nutrono prevalentemente di alghe ma mangiano anche gli invertebrati. Quando vi è plancton in abbondanza si uniscono anche con altri mbuna per nutrirsi nelle colonne d’acqua. Entrambe le specie sono opportuniste per quanto riguarda l’alimentazione.
E’ stato osservato un particolare comportamento alimentare che riguarda il M. parallelus: pulisce gli haps nutrendosi dei funghi e parassiti attaccati alle squame degli stessi.
In ogni caso il pesce afflitto si avvicinava al “pulitore” e rendeva chiaro, giacendo su un fianco o rimanendo sospesi in obliquo, che gli sarebbe piaciuto avere un “trattamento” dal melanochromis.
Pur essendo entrambi onnivori M. parallelus tende più verso uno stile di vita erbivoro mentre M. melanopterus è più un predatore.
M. auratus è più incline a nutrirsi degli aufwuchs ed è meno predatore. Nonostante ciò M. auratus è un vero onnivoro.
M. dialeptos è più ristretto agli habitat puramente rocciosi e si nutre prevalentemente delle alghe della copertura biologica.
M. simulans vive negli habitat intermedi ed esibisce un comportamento più predatorio.
Melanochromis johannii, Melanochromis interruptus, Melanochromis perileucos e Melanochromis cyaneorhabdos queste specie hanno un muso corto e si nutrono prevalentemente dalla copertura biologica.
Le specie attualmente assegnate a Melanochromis includono alcuni degli mbuna meno specializzati: sono onnivori, ma più predatori che erbivori, e lasciano la maggior parte delle alghe nella copertura biologica con delle tecniche d’alimentazione specializzate. Potrebbero, ovviamente, sopravvivere nutrendosi di alghe, ma la loro tecnica di raccolta è relativamente primitiva (mordicchia e strappa) e ne lascia la maggior parte alle altre specie che strappano, raschiano e tranciano.
GENYOCHROMIS
Genyochromis mento è un mbuna molto comune e l’unico che si trova in tutti gli habitat eccetto le colonne d’acqua aperte, e a tutte le località attorno al lago. Ha la cattiva abitudine di nutrirsi di pinne e squame di altri ciclidi. Mostra un’agilità e un vigore sorprendenti durante i suoi attacchi su altri pesci. Piccoli pesci, grandi pesci, qualunque cosa che gli passa accanto viene attaccato dal basso. Le zone attaccate più frequentemente sono il peduncolo caudale e le pinne. Questo predatore utilizza le seguenti
tecniche: rimane in un luogo particolarmente e parzialmente nascosto e attacca, uscendo più veloce della luce, più pesci possibile. Dopo qualche minuto la maggior parte degli mbuna sedentari lo noterà e da lì in avanti eviterà dipassare lì vicino o lo caccerà prima che possa attaccare. A questo punto G. Mento si muove in un altro luogo, lontano un metro dove può di nuovo attaccare gli mbuna che passano.
I G. mento adulti sembrano sviluppare un certo gradimento nell’attaccare gli mbuna che combattono, è probabile anche che si unisca attivamente nel combattimento e si nutre direttamente dalle pinne degli opponenti., mentre questi si concentrano uno sull’altro e difficilmente notano il furtivo avvicinamento di G. mento. Le femmine vengono mutilate in maniera di gran lunga minore. Le vittime sono generalmente degli mbuna, ma anche gli haps più grandi vengono attaccati, specialmente quelli che stanziano nelle zone rocciose dove G. mento può nascondersi prima di attaccare.
GEPHYROCHROMIS
I membri di Gephyrochromis hanno i denti bicuspidi sulle file esterne delle mascelle. C'è però una differenza rispetto a quelli degli Pseudotropheus: i denti sono molto affusolati, lunghi e piegati verso l'interno per formare una sorta di "paletta". Inoltre, i due cuspidi di ogni dente non sono di uguali dimensioni, uno è molto più grande rispetto all’altro. Nei vecchi esemplari i denti delle file esterne tendono a perdere la seconda cuspide e a diventare unicuspidi.
I Gephyrochromis raccolgono le alghe (comprese le diatomee) dal substrato di sabbia/fango. Ed ora diventa chiaro perché i denti sono lunghi, affusolati e piegati verso l'interno: quando raccoglie un boccone di substrato, la maggior parte del materiale di grana più fine cade attraverso i denti verso il basso, mentre i fili delle alghe e altri materiali leggeri rimangono sulla cima delle punte dei denti. Quando gli stomaci di Gephyrochromis vengono esaminati, essi sono farciti di granelli di sabbia; la raccolta potrebbe non funzionare in modo completamente efficiente, ma è abbastanza efficace per estrarre il cibo da un substrato
dove altri mbuna non trovano nulla da mangiare.
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