L'alimentazione dei ciclidi del lago Malawi: chi mangia cosa e chi mangia chi.

Ripropongo un articolo molto interessante di Ivan Salvatori scritto per il forum di malawicichlid.it nel 2016


Ormai molto si sa di cosa e come si alimentano i ciclidi del lago Malawi. Si potrebbe quindi affrontare questo argomento indicando per ciascuna specie gli alimenti preferiti. Ma così facendo avremmo, alla fine, una lunga lista di specie, di varietà e di alimenti che sarebbe noioso leggere. E’ importante comunque dire che nulla di ciò che è commestibile nel lago Malawi, non viene mangiato dai vari ciclidi. E’ difficile che una specie si accontenti di un solo tipo di alimentazione. Questo accade solo nei casi particolari in cui un particolare habitat fornisce una rara e unica fonte di alimentazione. Anche quasi tutte le specie considerate erbivore mangiano in realtà anche altri alimenti. Si cibano infatti sia di copertura vegetale che dei crostacei in essa contenuti senza disdegnare gli avannotti che incontrano sul loro cammino. E’ anche difficile classificare i predatori che non sono tutti pescivori. Sotto questo termine si raggruppano infatti tutte le specie che si nutrono principalmente di animali vivi siano essi pesci, avannotti, uova o invertebrati di vario genere. Per certi autori anche le specie che si nutrono di scaglie e pinne o dei parassiti che prolificano sulla pelle dei pesci, soprattutto di quelli che hanno lesioni alla mucosa devono essere inclusi fra i ciclidi “predatori”. All’interno di uno stesso genere l’alimentazione varia, anche notevolmente, secondo le specie, e variazioni esistono anche all’interno della stessa specie. Si dovrebbe quindi precisare la varietà geografica di una specie per attribuirne un comportamento alimentare specifico. 

I MANGIATORI DI ALGHE
 Le alghe si trovano preferibilmente sulle rocce e costituiscono l’aufwuchs, cioè un insieme di alghe diverse: filamentose (clothrix, cladophora), e unicellulari (diatomee) e di altri tipi. Le alghe unicellulari sono le più digeribili, le altre invece devono subire, per esserlo, il “trattamento” meccanico svolto dall’azione dei denti e quello biologico eseguito dai batteri che colonizzano l’intestino dei ciclidi. Per digerire questo genere di cibo è necessario quindi, diverso tempo. Questo spiega la lunghezza dell’intestino delle specie erbivore che può arrivare a circa 10 volte quella della lunghezza totale del pesce. Misurare quindi la lunghezza dell’intestino dei ciclidi permette di classificarli in tal senso, senza troppi errori, anche senza aver assistito direttamente al loro modo di alimentarsi. In mezzo alle alghe vivono numerosi invertebrati che vengono ingeriti e digeriti dai ciclidi. Possiamo trovare crostacei, larve d’insetti, lumache, zooplancton ecc.ecc. Tutti questi organismi sono ricchi di proteine, vitamine e oligoelementi necessari alla crescita e alla riproduzione intensificando i colori e la vitalità dei ciclidi erbivori. La maggior parte degli mbuna sono erbivori e si nutrono della copertura vegetale presente sulle rocce. Bisogna citare tra questi Iodotropheus stuartgranti e, a parte qualche specie, i generi Labeotropheus, Maylandia, Petrotilapia, Pseudotropheus, Tropheops e parte di quello Melanochromis. A grandi linee, ognuno di questi generi, chi più chi meno, ha un modo particolare di raccogliere le alghe e preferiscono, in dipendenza da questo fattore, un tipo di alghe ad un altro. Questa differenziazione che permette un alto grado di speciazione, esiste però spesso anche a livello di specie. In generale, per esempio, il genere Petrotilapia, vista la conformità dei denti, rastrella le alghe non riuscendo a strapparle come fanno i Tropheops e i Labeotropheus. Mentre Pseudotropheus interruptus e Pseudotropheus tursiops si sono specializzati invece nella raccolta delle alghe filamentose. Molte specie erbivore inoltre, integrano la loro alimentazione con il plancton. E’ il caso, per esempio, di Maylandia lombardoi, Maylandia mbenji, Pseudotropheus cyaneorabdos, Maylandia zebra, Pseudotropheus sp. “daktari”, Pseudotropheus sp. “elongatus chewere”, Pseudotropheus sp. “elongatus ornatus” e numerose altre. Altre specie integrano la loro alimentazione con i detriti del materiale sabbioso, questo è il caso per esempio di Maylandia phaeos. Se il genere Labidochromis è più noto per essere un genere i cui rappresentanti sono insettivori, le specie che frequentano le zone rocciose sono territoriali e si nutrono di alghe. Tra questi vi sono Labidochromis zebroides, L.vellicans, Labidochromis freibergi, Labidochromis sp. " hongi" e Labidochromis strigatus. Quest’ultimo possiede dei denti a forma di pinzette che gli permettono di recuperare le alghe lasciate dagli altri erbivori negli anfratti delle rocce. Anche in mezzo ad ambienti sabbiosi, troviamo delle alghe. Quelle che si depositano sui tronchi e sulle radici di alberi caduti che giacciono sulla sabbia. Queste sono il cibo principale di Pseudotropheus sp.”acei”. Certe specie, come Hemitilapia oxyrhynchus, Cyatochromis obliquidens, o Tropheps novemfasciatus, si nutrono di alghe che si sviluppano sulle foglie di altre piante come Vallisneria e Potamogeton. Le diatomee, alghe unicellulari molto abbondanti in certe regioni e che possono formare una specie di melma, sono l’alimento principale di tre specie di Lethrinops: L. microdon, L. micrentodon e L. stridei.

I MANGIATORI DI PIANTE
Protomelas similis è la sola specie conosciuta che mangia principalmente vegetali superiori come le foglie di Vallisneria aethiopica che caratterizza il suo biotopo. Anche altre specie lo fanno anche se in maniera meno esclusiva. Esempi sono Protomelas marginatus, di cui esistono due varietà: il Protomelas marginatus marginatus e il Protomelas marginatus vuae e l’Othopharinx tetraspilus che vive vicino ai letti di vallisneria e nell’intestino del quale si sono trovati crostacei e resti di piante.

I MANGIATORI DI MATERIALE IN SOSPENSIONE
 Molte specie traggono nutrimento dalla materia messa in sospensione dal movimento dell’acqua o di altri pesci. E’ il caso, per esempio, di certi Otopharynx o di Oreochromis shiranus che si nutre anche di fitoplancton. Altre specie che prediligono lo stesso nutrimento sono i cosiddetti “inseguitori blu”. Raggruppiamo sotto questo nome quelle specie, tutte tendenti al blu più o meno intenso, che hanno un modo particolare di alimentarsi. Essi inseguono altre specie che rovistano nella sabbia in cerca di prede, e si nutrono del materiale messo da queste in sospensione. Tra questi “inseguitori blu” bisogna citare Cyrtocara morii, Otopharynx selenurus, Placidochromis electra, Placidochromis phenochilus, Protomelas anectens. I ciclidi seguiti sono di solito grossi ciclidi come Fossorochromis rostratus o Taeniolethrinops praeorbitalis che accettano i loro inseguitori senza per questo considerarli dei concorrenti o delle prede. Cyrtocara morii considera il ciclide che sta seguendo come un “territorio alimentare mobile” e lo difende assumendo i tipici colori accesi che hanno i ciclidi quando difendono un territorio. Placidochromis electra e Protomelas anectens non seguono in realtà un determinato un ciclide, ma hanno la tendenza di spostarsi da una zona all’altra usando la presenza dei Taeniolethrinops che si cibano rovistando il fondo.

I PLANCTONOFAGI
Un buon numero di ciclidi, sia mbuna che non, si nutre di plancton. Tra questi: Maylandia sp. “zebra long pelvic”, Ctenopharinx nitidus, Maylandia emmiltos, Maylandia greshakei, che si ciba di fitoplancton,e numerose altre. Tutti i Copadichromis si nutrono di zooplancton. Essi vivono in piena acqua e approfittano delle correnti che trasportano il cibo. Tutti i maschi dominanti ad eccezione dei maschi di Copadichromis chrysonotus che non ha bisogno di un substrato per riprodursi, passano una parte della loro giornata sul luogo scelto per la riproduzione nutrendosi anche dalle rocce o dalla sabbia. Come per i Copadichromis, i maschi di molte altre specie plantonofage, rimangono vicino al substrato e si nutrono della copertura biologica presente nel biotopo mentre le femmine e i giovani non territoriali si nutrono di plancton. Esempi sono: il genere Cynotilapia, Pseudotropheus flavus, Pseudotropheus sp.”kingsizei lupingu”, Maylandia sp.”zebra gold” ed altri.

I MANGIATORI DI INVERTEBRATI (Larve di insetti, crostacei)
Ritroviamo in questo gruppo molte specie ripartite in tutto il lago. Labidochromis caeruleus che abita la zona rocciosa profonda, Mylochromis ericotaenia, Placidochormis milomo, Tramitichromis intermedius che sono invece presenti in tutto il lago, Mylochromis subocularis che frequenta la zona intermedia, Protomelas labridens che vive nelle acque poco profonde di baie ricoperte di sedimenti e di piante di vallisneria e che raccoglie gli invertebrati alla base di queste, Ps. williamsi che vista la conformazione sottile dei denti della mascella faringeale, si ciba quasi esclusivamente di larve di insetti e di molluschi dal corpo molle, ed altre specie ancora. Abbiamo già visto che le specie di Labidochromis che frequentano le zone rocciose e che sono territoriali si nutrono di alghe. Altri Labidochromis, classificati come insettivori si nutrono di invertebrati. Questi non sono territoriali e frequentano sia i biotopi rocciosi sia le zone intermedie alla ricerca di prede. Per quanto riguarda L. caeruleus bisogna dire che esistono due sottospecie con differenze nella morfologia dei denti. Una con denti sottili predilige un’alimentazione composta da invertebrati molli e larve d’insetti, la seconda che ha denti più grossi e larghi, preferisce cibarsi di lumache e di invertebrati dal corpo duro. Oltre a L. caeruleus abbiamo in questo gruppo anche L. maculicauda, L. sp. ”perlmut”, L. textilis ed altri. Certe specie hanno sviluppato delle tecniche di caccia particolari per catturare questi invertebrati. Mylochromis labidodon, abitante la zona intermedia, rigira le piccole pietre presenti per scovarne al di sotto, gli invertebrati. Ctenopharinx pictus, abitante della zona rocciosa ricca di sedimenti, aspira i piccoli invertebrati che vivono nel letto di sedimenti depositato sulle rocce. Vista la conformazione della bocca, agisce da vero o proprio aspirapolvere, raccogliendo gli invertebrati e lasciando quasi intatto il sedimento stesso. Protomelas fenestratus si riconosce dalle altre specie del suo genere per essere, insieme a Protomelas pleurotaenia, uno dei pochi a soffiare sui sedimenti per scoprire gli invertebrati che sono nascosti. Labidochromis joanjohnsonae osserva le copertura biologica, alla ricerca di invertebrati. Una volta avvistati, si immobilizza al di sopra fiondandosi, poi, sulla preda con un velocissimo movimento. Se la maggior parte degli invertebrati si trova sul suolo o all’interno di un substrato, un certo numeri di insetti o invertebrati a corpo molle, trasportati dalla corrente, arrivano alla superficie del lago dove vengono catturati da diversi ciclidi. Protomelas spilonotus si nutre appunto di questa risorsa oltre che di plancton quando questo è abbondante. Molti dei mangiatori di invertebrati sono però dei filtratori di sabbia. Il genere Aulonocara ha colonizzato tutti gli habitat intermedi ma è nella sabbia che le varie specie trovano alimento. Essi possiedono dei pori sensoriali ipertrofici e molto sensibili, situati nella metà inferiore della testa, capaci di captare il più piccolo movimento dei piccoli animali che vivono nella sabbia. Le Aulonocara possono rimanere immobili vicino al substrato per diversi minuti. Dopo aver localizzato la preda, tuffano bruscamente il muso nella sabbia che viene aspirata e poi filtrata attraverso le branchie. Rimangono così, in bocca, i crostacei, gli invertebrati, le larve di insetti, le piccole lumache ed altri piccoli animali che vengono poi ingeriti. In questo gruppo di mangiatori di invertebrati, ci sono specie che non disdegnano alimentarsi anche di pesci. Un esempio è Melanochromis baliodigma che si nutre di invertebrati, ma da ottimo opportunista, anche di uova di pesce gatto, di avanotti e dei pesci finiti nelle reti dei pescatori. Altro esempio è Placidochromis johnstoni. Di questa specie esistono due varietà. Una è quella che conosciamo abitualmente, l’altra è la cosiddetta varietà “gold”. Queste due varietà, pur avendo tecniche di caccia piuttosto simili, si cibano, in parte, di prede diverse. Tutte e due le varietà si avvicinano al substrato con la bocca. Arrivati vicinissimi aprono e chiudo bruscamente la bocca smuovendo il sedimento. Nel caso di P. jonsthoni “gold”, che abita zone leggermente più rocciose, questo attrae l’attenzione degli avannotti di mbuna che gli si avvicinano e vengono catturati; nel caso della varietà “comune” ciò porta alla fuga degli invertebrati nascosti nel substrato che così vengono individuati e catturati. Un altro esempio è Fossorochromis rostratus. Questo è un ciclide che ha il profilo, il portamento e la taglia di un ciclide predatore. I giovani in realtà passano la loro giornata a rovistare nella sabbia per nutrirsi degli invertebrati che trovano. Il metodo di ricerca utilizzato è meno sofisticato di quello del genere Aulonocara poiché si accontenta di setacciare la sabbia senza prima aver individuato una preda particolare. Arrivato all’età adulta, Fossorochromis rostratus, diventa, almeno in parte, un predatore pescivoro, non disdegnando nella sua dieta qualche piccolo pesce. 

I PEDOFAGI (Mangiatori di uova e di larve di pesci)
Certe specie sono specializzate nel cibarsi di uova e di larve di altri ciclidi. Per far ciò, hanno sviluppato tecniche particolari, visto che tutti i ciclidi endemici del lago Malawi praticano l’incubazione orale. Hemitaeniochromis sp. “paedophage” frequenta i branchi di Utaka in incubazione. Attacca le femmine dall’alto partendo da alcuni metri di distanza. Il colpo prodotto sulla testa delle femmine le induce a rilasciare le uova o le larve che stanno incubando. A questo punto non resta da fare al predatore che servirsene. Spesso però, le femmine vedono arrivare il predatore e riescono ad evitare il colpo. Caprichromis orthognatus utilizza invece una tecnica migliore che gli permette di non essere facilmente scoperto dalle femmine. Esso lancia il suo attacco dal basso. Le sue prede preferite sono le femmine di Fossorochromis rostratus. Negli stomaci degli esemplari analizzati, sono state trovate esclusivamente uova e larve di pesci. I pedofagi che usano questa tecnica colpiscono la gola che contiene le uova o le larve. Le femmine colpite in questo modo finiscono per “sputare” la prole che viene rapidamente mangiata. Hemitaeniochromis spilopterus, H.sp. “spilopterus yellow” ed altre specie del genere Hemitaeniochromis sono ugualmente pedofagi. Anche Caprichromis lieni è pedofago ma si ciba anche dei parassiti che si trovano sulla pelle del ciclidi (Argulus). Protomelas insignis e Otopharinx ovatus frequentano la arene di riproduzione di altri ciclidi. Essi sono molto abili nel catturare le uova che le femmine depongono nel nido di sabbia prima che abbiano il tempo di ritrovarle per prenderle in bocca. Questo ci aiuta a capire l’importanza che può avere la fecondazione intraboccale delle uova che riduce la possibilità di predazione riducendo il tempo che passa dalla deposizione alla raccolta delle uova da parte della femmina. Biologicamente parlando la fecondazione intraboccale è senz’altro un comportamento più evoluto di quella extraboccale che viene considerato un comportamento più primitivo.

I PREDATORI (piscivori)
La maggior parte dei ciclidi pescivori si nutre di altri ciclidi poiché questi sono i pesci più presenti nel lago. Certe specie si sono specializzate nel cacciare gli mbuna: Aristochromis christyi, Nimbochromis linni, Stigmatochromis modestus, Tyrannochromis nigriventer ne sono alcuni esempi. Altre specie come Hemitaenichromis urotaenia prediligono gli Utaka. Altri ancora preferiscono prede diverse dai ciclidi. E’ il caso di Champsochromis caeruleus, e le specie del genere Diplotaxodon che si cibano principalmente di Usypa ( le sardine del lago) non disdegnando, queste ultime, anche il plancton. Buccochromis lepturus e Buccochromis nototaenia cacciano i piccoli haplochromidi. Molte specie infine, come Buccochromis heterotaenia, Sciaenochromis fryeri o i rappresentanti del genere Rhamphochromis, non fanno grandi differenze tra le specie cacciate. Un buon numero di pescivori, si nutrono anche di invertebrati. Possiamo citare in questo gruppo per esempio: Licnochromis acuticeps, Sciaenochromis psammophilus, Stigmatochromis sp.”tolae”, Taeniochromis holotaenia e molte specie del genere Mylochormis. Il regime alimentare di Docimodus evelynae è molto speciale, varia nel corso della vita, secondo la sua taglia e la sua dentizione. Nello stadio giovanile, tra i 4 e i 6 cm. vive in acque poco profonde nutrendosi di parassiti e delle lesioni della mucosa dei pesci ammalati. Ad uno stadio intermedio, tra i 6 e i 10 cm., i suoi denti tricuspidi cadono e non può far altro che nutrirsi di aufwuchs e di plancton. Arrivato alla taglia di 10cm, dei grossi denti conici rimpiazzano quelli tricuspidi, scende in acque profonde, e inizia a nutrirsi di scaglie di ciclidi, di barbus e di pezzi di pelle di pesci gatto. La complessità dell’alimentazione è notevole nei Melanochromis che sono generalmente onnivori e che mantengono un certo livello di predazione. M.auratus preferisce cibarsi di aufwuchs senza però disdegnare gli avannotti di ciclidi. M.vermivorus è invece più predatore che erbivoro preferendo invertebrati e plancton alle alghe. M.dialeptos è più erbivoro che predatore al contrario di M.simulans. Ciò può essere dovuto alla competizione alimentare che si sono fatti quando dividevano lo stesso territorio. Melanochromis simulans si è avvicinato, col tempo al biotopo intermedio che favorisce la predazione, mentre M.dialeptos si è spostato nell’habitat puramente roccioso alimentandosi della copertura vegetale qui molto abbondante. M.parallelus, che vive sia nel biotopo roccioso che in quello intermedio, si ciba di tutto ciò che trova: del materiale in sospensione, di plancton, di alghe, di invertebrati ma anche di funghi e parassiti (Argulus) presenti sulla pelle dei non-mbuna. Melanochromis chipokae caccia i piccoli pesci ma si nutre anche dei sedimenti messi in sospensione. Melanochromis labrosus si nutre di piccoli mbuna ma anche di crostacei. Melanochromis melanopterus è veramente onnivoro, mangiando pesci, invertebrati, crostacei, larve d’insetti, ma anche di plancton e aufwuchs. Anche nel genere Otopharinx le cose non si possono affatto generalizzare. Al suo interno troviamo specie che rovistano il substrato, altre che mangiano uova come O.ovatus, ed altre ancora che sono veri e propri pescivori come O.speciosus e O.brooksi che vivono a grandi profondità tra i 15 ed i 100 mt. 
LA TAGLIA DELLE PREDE: La taglia delle prede varia spesso in funzione della taglia del predatore. Così i piccoli predatori attaccano prede piccole come nel caso di Hemitaeniochromis sp.”Urotaenia Tanzania” di Stigatochromis modestus, dei Melanochromis,di certi Mylochormis come per esempio M.formosus, mentre i predatori di taglia media cacciano delle prede medie: Nimbochromis (linigstoni, fuscotaeniatus, linni) Sciaenochromis fryeri, Schiaenochromis psamophilus, diversi Mylochromis, Dimidiochromis (compressiceps, kiwinge), Hemitaeniochromis urotaenia, Stigmatochromis sp.”tolae". Ma la relazione tra la taglia delle prede e la capacità boccale del predatore non è sempre proporzionale. Così Aristochromis christyi, che arriva a misurare 28 cm., caccia sia i piccoli pesci che quelli di taglia media. Le prede possono arrivare e superare gli 8 cm., quindi quasi circa 1/3 della taglia del predatore. Da parte sua Buccochromis heterotaenia che può superare i 40cm. si nutre di prede più piccole come i piccoli di mbuna. Nimbochromis linni che arriva e supera i 30cm. è specializzato nella cattura dei piccoli di mbuna. Tyrannochromis nigriventer che supera i 30 cm di lunghezza è uno dei rari pescivori specializzato nel catturare mbuna adulti.
TECNICHE DI CACCIA: Generalmente gli habitat rocciosi favoriscono la caccia di agguato e le zone sabbiose la caccia di inseguimento. Questo parlando in modo generale. In realtà le cose non sono così semplici e schematiche e all’interno di uno stesso genere, le specie possono utilizzare, come vedremo, delle tecniche differenti per cacciare le stesse prede. 
LA CACCIA DI AGGUATO: Aristochromis christyi non è un nuotatore rapido ma compensa questa carenza con una tecnica di caccia originale. Dopo avere individuato un mbuna, preferibilmente adulto, inclina il corpo verso il basso e fissa la preda con un solo occhio inclinandosi su un fianco. Guardando la preda discende lentamente per avvicinarvisi. Durante questa discesa rimane completamente immobile. Un improvviso scatto laterale della testa assicura la preda tra le mascelle. E’ stato osservato che appena prima di sferrare l’attacco scuote la testa. Non si sa esattamente perché, ma si pensa che lo possa fare per incuriosire la preda rendendola, per un attimo, immobile. Ci sono anche altre specie nel lago Malawi che utilizzano tecniche piuttosto simili e che approfondiremo più avanti. Queste sono: Tyrannochromis macrostoma e Exochochromis anagenys. Dimidiochromis compressiceps per molto tempo è stato considerato un mangiatore di occhi, ma questo comportamento non è mai stato riscontrato nel lago. E’ un abitante della zona rocciosa con piante di vallisneria. Fino alla taglia di 4 cm è un mangiatore di plancton, più tardi la sua vita di pescivoro consiste nell’attendere il passaggio delle sue prede appostandosi in verticale in mezzo alla vegetazione. Questa posizione lo rende molto mimetico vista la sua banda orizzontale sul corpo. Con i due occhi localizza la preda prima di scattare su di lei con un brusco movimento del corpo. Si nutre di piccoli pesci, di giovani Utaka e di altre specie gregarie. Dimidiochromis strigatus è un pescivoro che cattura le prede con l’agguato. La forma appiattita, la testa affilata, la mascella inferiore più lunga di quella superiore sono tutte caratteristiche morfologiche che favoriscono la predazione. Eccles e Trewavas nel 1989 l’hanno descritto come un mangiatore sia di invertebrati che di piante acquatiche ma è in realtà principalmente un pescivoro che si nasconde per catturare le prede, questo spiega anche il perché viene catturato raramente. Nimbochromis linni caccia i giovani mbuna. La sua grande taglia gli impedisce di entrare tra le rocce ma ha, a suo vantaggio, il colore del corpo che lo rende molto mimetico nell’habitat roccioso. Passa il suo tempo a nuotare tranquillamente tutto il giorno alla ricerca di una preda. Appena individuata discende sulle rocce in modo verticale mettendo il suo muso appuntito vicino alla fenditura dove si rifugia al preda. Può restare immobile per molti minuti fino a che qualche imprudente giovane mbuna arriva alla sua portata. Ninbochormis linni fa scattare allora la sua bocca prominente in avanti aspirando la preda uscita appena dal suo nascondiglio. Nimbochromis livingstoni, comune in tutto il lago, ha una colorazione del corpo caratteristica, con delle macchie bianche e nere. La sua tecnica di caccia consiste nello sdraiarsi su un fianco adagiandosi sulla sabbia. Inoltre, per camuffare la sua sagoma smuove la sabbia per coprirsi in parte. I giovani ciclidi sono attratti dalle chiazze bianche del suo corpo e si avvicinano. Anche i detriti sollevati nello smuovere la sabbia per camuffarsi attirano i giovani pesci. Quando poi questi arrivano alla sua portata, con un fulmineo attacco laterale, si getta su di loro. Si pensa anche che le chiazze bianche e nere del corpo facciano pensare ad un pesce in decomposizione. Nimbochormis venustus utilizza una tecnica simile. Appena avvistati dei piccoli pesci, si avvicina al fondo sabbioso ed attende pazientemente che le prede arrivino alla sua portata. Si pensa che il colore giallastro del suo corpo attiri i pesci. La pazienza che può avere nell’attendere le sue prede è enorme tanto da essere noto, con N. livingstoni, con il nome di “Kalingono” che nella lingua locale vuol dire: “Colui che dorme”. Questa tecnica di agguato, non viene invece utilizzata da N.venustus nel momento in cui attacca prede più grosse. Entrambe queste specie si nutrono comunque anche degli invertebrati che trovano lungo il loro cammino. Nimbochromis polystigma si incontra più spesso nell’habitat intermedio. Nel momento che caccia solitario utilizza la stessa tecnica di N.livingstoni ma senza sdraiarsi sul fianco. Nel momento invece che caccia in branchi composti da 20 a 50 individui, si muovono ovunque divorando tutti i piccoli pesci che incontra, comportandosi come una muta affiatata di cani da caccia. Anche N. fuscotaeniatus possiede delle macchie che potrebbero fare pensare ad un cacciatore d’agguato ma nessuno a mai visto questo comportamento nel lago. Stigmatochromis woodi frequenta l’habitat intermedio e si nasconde nelle rocce per spiare le prede. Gli esemplari più grandi e quelli che frequentano la zona sabbiosa cacciano sulla sabbia. Restano in posizione di stazionamento ed attendono il passaggio della preda per saltargli addosso. Un altro Stigmatochromis, S.modestus attende le prede all’interno di grotte. I giovani mbuna che vi penetrano non hanno molte possibilità di salvarsi dal vorace predatore. Stigmatochromis pholidophorus si apposta ad un metro dal suolo aspettando i giovani ciclidi. Questi non sembrano accorgersi della sua presenza permettendo al predatore di gettarcisi sopra quando questi sono a meno di un metro di distanza. Tirannochromis macrostoma frequenta l’habitat roccioso e caccia con una tecnica simile a quella di A. christyi. Una volta individuata una preda si mette a testa in giù inclinandosi di 45° e mettendosi su un fianco. Poi con uno scatto improvviso cattura la preda dal suo nascondiglio. Tirannochromis nigriventer invece caccia d’agguato gli mbuna adulti nascondendosi dietro una roccia, avvicinandosi e scattando all’ultimo su di essi. Exochochromis anagenys passa a grande velocità ad un metro dal suolo per arrestarsi quando avvista una preda che è preferibilmente uno mbuna. Inclina il corpo, si avvicina lentamente senza alcun movimento e cattura la preda con uno scatto laterale del corpo favorito dalla bocca a forma di becco e lateralmente compressa.

I MANGIATORI DI SCAGLIE E DI PINNE
Genyochromis mento è un mangiatore di pinne e di scaglie, si mette in agguato ed attacca le sue prede a grande velocità, colpendo preferibilmente la coda, le pinne, gli ocelli. L’alta velocità gli evita la reazione dei pesci colpiti. Approfitta dei combattimenti tra due maschi per nutrirsi delle scaglie che cadono o può anche attaccarli direttamente. Una volta finito il combattimento tra i due maschi e ristabilito il territorio si allontana di un metro per aggredire altri mbuna. Non attacca mai individui della sua stessa specie. Corematodus shiranus ha un pattern melaninico molto simile a quello del genere Oreochromis e si ciba di scaglie e di pinne soprattutto delle specie di quest’ultimo genere. Il pattern simile serve per mimetizzarsi più facilmente tra i branchi di specie di Oreochromis. Corematodus taenatus ha invece un pattern simile a molti ciclidi che vivono nella sabbia ed anche lui si ciba principalmente di scaglie e pinne proprio dei ciclidi che prediligono gli ambienti sabbiosi. La loro dentizione, particolarmente adatta al loro modo di alimentarsi sembra, al tocco, carta vetrata. Melanochromis lepidiodaptes invece, mostra un comportamento simile solo quando caccia in gruppo, preferibilmente di più di 30 individui. In questo caso si nutre delle scaglie dei grossi ciclidi non mbuna. Altrimenti, quando vive solitario, si nutre di molluschi, insetti, e piccoli pesci. 

I CACCIATORI DI INSEGUIMENTO
Sono facilmente riconoscibili per la forma molto affusolata che gli permette di nuotare molto rapidamente. Appartengono a questo gruppo tutti i Rhamphochromis (pescivori d’acqua profonda), Taeniochromis holotaenia ed altre specie. Champsochromis spilorynchus si trova un po’ dappertutto nel lago ed è un formidabile cacciatore d’inseguimento, capace di inseguire la preda per lunghe distanze. Anche Champsochromis caeruleus è un cacciatore d’inseguimento e preda le Usipa (le sardine del lago). Dimidiochromis kiwinge è un predatore gregario che caccia sovente in branco. Le usipa che sono cacciate si affollano e talvolta le possiamo vedere precipitarsi al di fuori dell’acqua per fuggire ai predatori.

 I PREDATORI A LABBRA CARNOSE
Abactochromis labrosus possiede due caratteristiche morfologiche particolari che lo portano ad alimentarsi in modo particolare: un corpo fortemente compresso lateralmente e due labbra carnose. Il suo terreno di caccia sono le fenditure orizzontali delle rocce situate all’interno di grotte. Dopo essersi girato di 90° nel senso della fenditura, attacca le labbra contro le pareti della fessure chiudendola completamente. Non gli resta, a questo punto, che aspirare la preda, sia essa un piccolo mbuna o un crostaceo, direttamente nella sua bocca. Protomelas ornatus possiede le stesse caratteristiche di A. labrosus ma non si alimenta all’interno di grotte. Girovaga nell’habitat e si arresta solo per applicare le sue labbra carnose nelle fessure delle rocce dopo essersi girato di 90°. Le labbra ipertrofiche sono appuntite e compresse lateralmente. Ciò le rende particolarmente adatte per le fessure e gli incavi da dove snidano i piccoli mbuna e i grossi invertebrati che vi si nascondono. Protomelas ornatus divide il proprio territorio con Cheilochromis euchilus ma on sono in competizione poiché le labbra di P.ornatus sono adatte a cercare le prede nelle fessure mentre quelle di C.euchilus sono adatte per scovarli dai buchi, più o meno tondi presenti sulle rocce. Cheilochromis euchilus si nutre di invertebrati. A Mbenji Island Protomelas ornatus non si trova. Al suo posto troviamo Protomelas sp.”mbenji thick lips”, il corpo compresso lateralmente e le labbra carnose fanno sospettare un modo di alimentarsi identico a P. ornatus. Licnochromis acuticeps anch’esso compresso lateralmente, possiede labbra carnose e muso appuntito. Si nutre di larve di insetti e di piccoli mbuna. Percorrendo lunghe distanze, si arresta talvolta per snidare una preda nascosta tra le fessure delle rocce.

DI TUTTO UN PO’
 Tutto è commestibile per un certo numero di specie e il loro comportamento alimentare è a volte molto singolare. Astatotilapia calliptera non è endemica del lago Malawi, questo spiega in parte la diversità della sua alimentazione: alghe, invertebrati, piante, plancton, piccoli pesci. Anche Iodotropheus sprengerae è onnivoro. Lo troviamo nella parte sud del lago, nelle zone rocciose. Un altro Iodotropheus , meno conosciuto in acquario, I.stuartgranti, frequenta lo stesso biotopo roccioso ma, nella parte centrale del lago e si alimenta esclusivamente di copertura biologica presente sulla rocce. Altre specie si nutrono di lumache. Possiamo riconoscerle dal fatto che sono munite di potenti ossa faringee. Chilotilapia roadhesi, alcuni Mylochormis, Trematocranus placodon ed altre. Tra loro anche Trematocranus microstoma che si nutre di crostacei e piccole lumache che trova sulla sabbia grazie a dei pori sensoriali come quelli del genere Aulonocara. Chilotilapia roadhesii rompe le piccole lumache con i suoi denti faringeali mentre le lumache più grosse sono rotte con la bocca. Preferiscono le Melanoides tubercolata di cui strappano l’estremità più larga della conchiglia portando via nello stesso tempo il corpo della lumaca. Quando invece mangia Lanistes nyassanus, lumache molto più grosse, le aspira letteralmente fuori dal guscio. Caprichromis liemi si nutre dei parassiti che trova principalmente sulla gola di altri ciclidi e di uova e larve. P.crabro è onnivoro (aufwuchs, plancton….) e frequenta i nido di bragus meridionalis, un pesce gatto chiamato localmente “Kampango” che vive la giornata dentro la sua grotta. Grazie a denti bicuspidi e appuntiti, P.crabro sbarazza i pesci gatto dai loro parassiti (argus africanis) che sono profondamente ancorato nella pelle. Ma P. crabro mangia anche le uova e le larve di Kampango. Per far questo cambia rapidamente il colore della sua livrea che passa da un giallo con bande brune a un colore bruno uniforme e si precipita su di loro. Bragus meridionalis continua ad accettare P.crabro nel suo nido perché ai suoi occhi non è lo stesso pesce che vuole mangiare i suoi piccoli (di colore bruno uniforme) ma è quello che si ciba dei parassiti che lo infestano (di colore giallo bandato di bruno) Lethrinps macrophtalmus, trovato nei pressi di Nkhotakota è anch’esso onnivoro (larve, diatomee invertebrati) ma mangia anche le radici delle piante.

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